martedì 3 dicembre 2013

Interviste: Luca Genovese


Fra due giorni esce il suo secondo albo di Long Wei, è il padre (il secondo insieme a Cajelli) di Long Wei, come al solito intervista l'inestinguibile Francesco Savino...

Se Diego Cajelli è il creatore del personaggio, a livello grafico Long Wei è frutto delle tue matite. Cosa ci puoi dire sul tuo lavoro di creatore grafico di questa serie?

Come creatore grafico mi sono occupato di definire solo i due personaggi principali, Long Wei e Vincenzo Palma, e più che altro dare un'indicazione di massima sulla resa dei due. E in questo ho voluto lavorare come ho lavorato su John Doe: non ero creatore grafico della serie e mi sono basato sui riferimenti degli autori, per poi trovare il segno e la caratterizzazione del personaggio che più mi apparteneva. La stessa libertà mi è venuto naturale di lasciarla anche agli altri autori presenti su Long Wei, lasciando quindi che trovassero i personaggi più vicini al loro stile partendo dai miei studi e gli stessi riferimenti che ho usato io.
Per tutti gli altri personaggi della serie invece ci siamo tutti basati su indicazioni di Diego e sui modelli che ha scelto lui, mentre alcuni sono nati dalle ispirazioni degli altri autori, direttamente su carta, che poi sono stati condivisi e presi a modello dagli altri.

Qual è il tuo rapporto con le arti marziali e com’è stato trasportare e raccontare all’interno di un fumetto i combattimenti di Kung-Fu?

Ho praticato un po' di Wing-tzun e un po' di Kung fu, ma non in modo marziale, più come divertimento o passatempo. Amo molto le arti marziali e una certa filosofia che le guida, quindi mi sono sempre sentito attratto da quell'ambiente. Ma sono un pessimo allievo, a detta dei miei maestri. Per un po' più di realismo nei combattimenti ho chiesto consiglio a mio cugino, insegnante e praticante marzialista, con cui ho mimato i combattimenti e seguito i suoi consigli su soluzioni più efficaci e spettacolari. Poi mi sento molto a mio agio a disegnare azione e combattimenti essendo libero di usare il mio stile e le mie soluzioni, quindi il portare tutto sulla carta mi è risultato divertente, anche se alle volte non facile.

Dai robottoni di Beta ai combattimenti di arti marziali a Milano. Com’è stato il passaggio da due generi narrativi e visivi così diversi?

Sono molto diversi, e come background e immaginario il mondo di Beta mi è più vicino e mi appartiene di più, però non saprei, il più è sempre ingranare. Long Wei è un fumetto di azione mischiato a gag e situazioni che raccontano il quotidiano, e per certi versi pure in Beta si alternavano questi elementi narrativi. Certo i robot non danno calci volanti, e i combattenti su LW non sparano raggi dagli occhi, ma comunque ho trovato lo stesso divertimento nel lavorare questi due progetti così diversi.



1 commento:

  1. Se era figo prima, ora che ho scoperto il suo alto livello di barbosità lo è anche di più. Grande Genovese!

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