In allegato al numero 2 di Long Wei...
LA LUNGA STRADA
Pochi giorni prima dell’uscita in edicola del primo numero di Long Wei, a Milano si è tenuta Full Comics, un evento culturale legato al fumetto. Abbiamo tenuto una conferenza sul marketing e il fumetto e ne abbiamo approfittato per distribuire un po’ di biscotti della fortuna ufficiali di Long Wei. (se ne parla nella rubrica in terza di copertina)
In quell’occasione Long Wei è stato premiato in due categorie: Innovazione Editoriale, per la nostra campagna promozionale, definita da qualcuno: “senza precedenti, e si è aggiudicato anche il titolo di Miglior Fumetto Italiano. Abbiamo ritirato questo premio considerandolo come una sorta avvertimento, sperando di meritarlo con il lavoro che leggerete in questi dodici episodi. Di sicuro essere accolti con ben due premi, oltre a tutta l’attenzione mediatica nei nostri confronti, è un buonissimo auspicio. Grazie a tutti, davvero!
Dopo l’esordio del mese scorso, eccoci qui con il secondo numero di Long Wei.
Dietro la macchina da scrivere c’è sempre Diego Cajelli, questa volta affiancato da Gianluca Maconi.
Maconi, nato a Pordenone nel 1977, esordisce nel mondo del fumetto nel 2004, vincendo il premio Miccia di Torinocomics, da allora ha collaborato con tantissime case editrici, italiane ed estere, tra le molte ricordiamo: Becco Giallo, Hazard e Soleil.
È stato anche una delle matite di John Doe, e una volta finita quell’avventura è approdato qui sulle marziali pagine di Long Wei.
Maconi si distingue per il suo tratto moderno e la dinamicità delle sue tavole. In coppia con Cajelli ha realizzato l’albo che avete tra le mani, un racconto noir senza scampo, raccontato con una sottile dose di ironia che accompagna gli eventi.
Da questo episodio inizia a dipanarsi la trama generale della serie, che ci accompagnerà mese dopo mese, e vengono introdotti dei nuovi personaggi. Tra tutti il più importante è Vincenzo Palma, che era stato soltanto accennato nel numero uno.
Buona lettura!
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DAL FUMETTO CON FURORE!
In questo episodio esplode il personaggio di Vincenzo Palma. Peccato che finisca così, vero?
Sarà vivo? Sarà morto? Come può salvarsi la pelle? C’è un unico modo per scoprirlo, aspettare l’uscita del numero tre di Long Wei: Il pugno dell’eterna primavera.
Vincenzo Palma è ispirato a un tipo che conosco davvero, uno dei tanti balordi dal cuore d’oro che prosperano in periferia. Nella logica narrativa di Long Wei, dove abbiamo come protagonista un ragazzo cinese, il ribaltamento completo del punto di vista ci ha portato a mettere un italiano come spalla del nostro eroe di quartiere. Di solito avviene l’esatto contrario, il personaggio principale, occidentale, ha un migliore amico/aiutante appartenente a una diversa etnia, gli esempi possono essere Kato per Green Hornet, o Lothar per Mandrake.
Questo fumetto inizia con una lunga sequenza in discoteca, un prologo muto, ritmato dal bianco e nero che ricrea sulla carta luci della disco. Un prologo muto per forza, perché lì dentro non senti nulla, a parte il tunz tunz tunz sparato a palla dalle casse. Quelle pagine, tecnicamente, sono raccontate con un sistema narrativo chiamato piano sequenza.
La trama principale di questo episodio invece, è basata su un letale gioco di forze. Da un lato abbiamo i rampolli di una cosca criminale italiana che entrano in contatto con un gang di strada cinese. Nel mezzo, i veri cattivi: Le tigri immortali del bosco dei salici, e quelli che si infilano in questo casino cercando di mettere le cose a posto: Long Wei e Vincenzo. Ognuno ha le sue ragioni ed è spinto dai propri interessi. Una situazione esplosiva, che finirà, come è ovvio che sia, con il fare male a qualcuno.
L’ombra delle cinque lame è un noir puro, purissimo, segue le regole della narrazione di genere fino alla sua conclusione. Di fatto Long Wei, inteso proprio come serie, è un noir metropolitano. Lo si capisce dall’assenza di capelli analizzati al microscopio in laboratorio, distintivi da esibire, procedure legali e quant’altro. Qui le cose si risolvono a schiaffi. A proposito: prima che qualche praticante di arti marziali si faccia avanti muovendo delle critiche, lo dico subito. Sì, è possibile usare una catena come se fosse un nunchaku come si vede a pagina 67. Si può fare. Io ci riesco, e non sono di certo un campione come Long Wei. Ti sconsiglio comunque di provarci se non sei già pratico.
Noi di Long Wei siamo sicuramente un po’ dei tamarri, ma siamo anche carini e gentili. Facciamo pure i biscotti!
La foto che illustra questa rubrica ritrae gli ormai famosi biscotti della fortuna ufficiali di Long Wei.
Si tratta di un dolce e gradito omaggio che ci portiamo dietro alle presentazioni e agli eventi legati al personaggio. Non scrivere in redazione per farteli spedire, non è possibile, si frantumano. L’unico modo per averli è seguirci sulla pagina Facebook di Long Wei e scoprire dove puoi venirci a trovare!
Diego Cajelli.
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