Ed eccovi pure l'editoriale del numero tre, in caso vi sfoste distratti:
LA LUNGA STRADA
Fin dalla copertina, questo episodio è una sorta di omaggio al mondo dei videogiochi, l’atmosfera è quella dei classici “picchiaduro” tipo Tekken o Street Fighter. È un modo per raccontare le arti marziali, rendendole iconiche, alleggerendo le componenti drammatiche.
Lo staff di autori che ha realizzato il terzo numero di Long Wei è composto da quattro persone, tra i quali un esordiente assoluto nel mondo del fumetto: Patrick Macchi.
Patrick si è appena diplomato alla Scuola del Fumetto di Milano, ed è stato scelto da Luca Bertelè come aiutante sul campo per la realizzazione delle matite di questo albo. Quindi, nelle prossime pagine potrete vedere il suo primo lavoro in assoluto. Luca Bertelè invece, è un autentico veterano del fumetto italiano, già visto su John Doe, attualmente impegnato con la versione a fumetti di Star Wars: The Clone Wars per la casa editrice inglese Titan e Scooby Do per Piemme. Lavora con Cajelli più o meno dagli anni ’90 e i fumetti che hanno fatto assieme sono troppi per essere elencati qui.
Sul fronte sceneggiature, c’è una grossa novità. La collaborazione ai testi di Stefano Ascari. Ascari, già sceneggiatore della serie Mytico!, il fumetto allegato con il Corriere della Sera, e autore della versione a fumetti di Shutter Island.
Cajelli e Ascari scrivono a quattro mani. Se invece di fumetti fossimo nelle cucine di un grande ristorante potremmo dire che Cajelli è lo chef e Ascari il suo vice. Il metodo di lavoro che stanno usando è piuttosto raro per il fumetto, dove di solito ogni autore lavora in “solitaria”, ed è molto più vicino al sistema di scrittura delle serie televisive.
I due sono molto affiatati, mescolano abilmente le loro diverse caratteristiche di autori, e i risultati li potrete leggere nel corso dell’intera miniserie, visto che l’esperimento di scrittura usato per questo numero è stato ripetuto anche nei numeri successivi.
Buona lettura!
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DAL FUMETTO CON FURORE!
Il titolo esteso di questo episodio: “Il Pugno dell’eterna primavera” è la traduzione letterale di Wing Chun, lo stile di kung fu codificato dal maestro Ip Man nella prima metà del secolo scorso.
Già dal nome si intuisce il senso di questo stile di combattimento, tecniche e forme che rendono i praticanti eternamente giovani. L’efficacia del Wing Chun quindi, non sente il peso del tempo che passa e dell’età che avanza.
Nelle pagine che hai appeno letto succedono parecchie cose. Una delle più importanti è l’introduzione di un nuovo personaggio nel cast di Long Wei. Si tratta dell’ispettore Ilaria De Falco. Con Ilaria, personaggio inedito, creo una sorta di collegamento con un mio lavoro precedente: Milano Criminale. La giovane poliziotta è la figlia di uno dei due protagonisti di quella saga: Il commissario Simone De Falco.
La serie, comunque, rimane sui binari del noir. La parte poliziesco/investigativa è ridotta al minimo, e così sarà anche nei numeri successivi. Perché, attenzione che metto le mani un po’ avanti, il rapporto tra Ilaria e Long Wei avrà degli sviluppi non proprio da giallo procedurale.
A cosa serve un personaggio legato alle forze dell’ordine? La questione è legata alla legittimità. Date le situazioni in cui si infilano Vincenzo e Long Wei, nonostante la fedina penale non proprio pulita di Vincenzo, avere una poliziotta come amica può far comodo. L’importante, dal mio punto di vista, è non trasformare una serie action in un “normale” racconto poliziesco.
Sempre in questo numero nella sequenza ambientata nell’ospedale, vediamo due ragazzi che vedono sul loro tablet la scena di uno dei film che ha girato Long Wei. Il titolo della pellicola è “Bulletproof Crane - La Gru Antiproiettile”.
Long Wei interpreta uno dei tanti scagnozzi al soldo del boss del porto, e affronta il protagonista del film usando, appunto, lo stile della Gru. Quella sequenza è presente nel mitico numero Zero di Long Wei, ormai diventato un albo da collezione. Su quel numero speciale, che presentava la serie e tutti gli autori, sono raccontate le varie scene dei vari film in cui il nostro eroe ha fatto la comparsa. Se non hai il numero Zero non disperarti, vedrai quelle scene anche qui, inserite in modo narrativo sulla serie regolare.
Il combattimento finale: Long Wei Vs Daniele, abbiamo deciso di raccontarlo come se fosse un videogioco. Io e Luca Bertelè abbiamo ricreato un contesto da picchiaduro, con tanto di combo e di combinazione tasti corrispondenti alle mosse dei due personaggi. Così come la cover, sempre opera di LRNZ, si ispira allo stile pixeloso delle immagini dei picchiaduro classici. Sì, cambiare stile di linguaggio visivo è un po’ una “tarantinata”, sarà che Quentin Tarantino mi piace da matti e in un certo senso volevo omaggiare la sequenza a cartoni animati presente in Kill Bill.
Più o meno è tutto. Ci si becca sul prossimo numero di Long Wei: “L’inferno del fuoco urlante”. Un oscuro e tremendo thriller, dove Milano si ritrova ad avere a che fare con la più tremenda delle minacce metropolitane: un serial killer.
Diego Cajelli.
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